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L’affective computing aumenta le tue vendite

Tre punti fondamentali per migliorare le tue performance marketing.

Non c’è più alcun dubbio: l’Affective Computing ha finalmente dimostrato la sua efficacia, scalabità e l’attendibilità nel marketing.

Le emozioni si stanno infatti dimostrando sempre più decisive per una comunicazione efficace e in grado di generare crescite considerevoli nelle vendite: è questo quello che è emerso dai numerosi test condotti su campagne marketing utilizzando l’EAI (Emotional Artificial Intelligence), insieme ad un altro dato fondamentale: l’accuratezza del valore dell’impatto emotivo in relazione alle vendite si attesterebbe intorno all’80%.

Gli emotional data insights diventano quindi fondamentali per affrontare ogni strategia di marketing che abbia come finalità l’aumento del turnover e la riduzione drastica degli sprechi economici su target irrilevanti, obiettivi questi, condivisi da tutte le aziende.

Grazie ad un uso sempre più intenso dell’Emotion AI e dal numero sempre maggiore di dati sulle emozioni umane acquisibili velocemente attraverso le fotocamere degli smartphone oppure da semplici webcam attivate con il consenso, questa nuova tecnologia ha il potenziale per svolgere un ruolo sempre più determinante nel rimodellare il modo con cui i brand si propongono al mercato e dialogano con esso.

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Che cosa abbiamo imparato, fino ad oggi, dall’Emotion AI?

Tutti i test fatti con l’intelligenza artificiale hanno dimostrato che quando un contenuto riesce ad emozionare risulta molto più efficace in termini di immediatezza, memorabilità e conversione alle vendite.

É di fondamentale importanza che il contenuto susciti le giuste sensazioni. Le emozioni positive, infatti (come sorpresa e gioia o delizia e ottimismo), generano inconsciamente nei consumatori comportamenti di acquisto e fedeltà verso la marca o il prodotto. Al contrario, un’emozione negativa come il disprezzo può causare il maggior danno in termini di vendite.

Il passaggio da un’emozione negativa a un’emozione positiva può invece diventare un potente propulsore che spinge le vendite verso l’alto.

Comprendere inoltre il contesto emotivo per fornire rilevanza al messaggio è ugualmente un punto critico. Quando si pubblicizza un trailer di un film horror, ad esempio, il contesto emotivamente più efficace è quando l’utente sta già vedendo contenuti che suscitino paura. Sbagliare il contesto emotivo può essere potenzialmente deleterio e avrebbe un costo elevato in termini di investimento.

L’emozione è intrinsecamente contagiosa, questo è ormai assodato. Nei media, infatti, i contenuti emotivi si diffondono e vengono condivisi 10 volte di più rispetto ai contenuti legati a semplici interessi.

 

É estremamente fondamentale che il contenuto susciti le giuste sensazioni. Le emozioni positive, infatti (come sorpresa e gioia o delizia e ottimismo), generano inconsciamente nei consumatori comportamenti di acquisto e fedeltà verso la marca o il prodotto. Al contrario, un’emozione negativa come il disprezzo può causare il maggior danno in termini di vendite.

Che cosa possiamo fare?

L’opportunità è di prendere questi insegnamenti e trasformarli in un sistema. Ecco tre semplici punti da cui iniziare.

  • 1. Selezionare i contenuti in base all’impatto emotivo

Per suscitare nel target contenuti efficaci dal punto di vista emotivo, è necessario avere un sistema che analizzi in modo chiaro e scientifico le metriche (KPI e insight) legate alle reazioni emotive del pubblico. L’ECO SCORE ad esempio è il valore che determina complessivamente l’impatto emotivo del contenuto rendendo di fatto possibile un confronto diretto in A/B Test.

Una tendenza ormai frequente è la fruibilità di dati relativi all’interazione dei contenuti, come l’engagement di un post o di un video (like, commenti e share), ma oggi, a tutto questo, si può aggiungere l’indiscussa affidabilità dell’affective computing che analizza le risposte inconsce per avere ricerche predittive mirate e attendibili.

 

  • 2. Ricalibrare gli investimenti media per mettere al centro le emozioni

L’obiettivo è concentrare i budget-media su contenuti con alte performance di risposta emotiva. Oggi possiamo determinare cluster di profili emotivi dei consumatori e di momenti emotivamente simili nei contenuti, ed è per questo che è necessario concentrarsi su questa opportunità anziché costruire profili basati semplicemente sugli interessi che registrano performance minori.

 

  • 3. Analizzare limpatto emotivo

Il disprezzo significa perdere clienti, mentre la felicità è efficace nel condurre una vendita. Questo accade perché le emozioni hanno una stretta correlazione con il marketing: i comportamenti umani, infatti, compresi quelli di acquisto, sono determinati per il 90% dalle emozioni. Costruire queste correlazioni, stabilire parametri di riferimento e usarli come KPI nei piani marketing e media sta rivoluzionando l’intero sistema attraverso l’analisi predittiva dei comportamenti d’acquisto.

 

Con l’Emotion AI abbiamo finalmente l’opportunità di mettere le emozioni al centro del marketing.

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