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Attenzione ed Emozioni sono collegate?

Attenzione ed Emozioni sono collegate?

Summary

Analizziamo due fattori che stanno diventando fondamentali per le strategie di marketing aziendali.

Vediamo se attenzione ed emozioni sono correlate. Andremo, in primo luogo, a capire cosa sono le emozioni e cos’è l’attenzione e successivamente ad esaminare alcuni studi condotti negli ultimi anni per vedere se esiste tale correlazione.

 

Key Points

  • Le emozioni da sempre hanno avuto un ruolo evoluzionistico.
  • L’attenzione può essere influenzata da stimoli emotivi abbastanza forti.
  • La reattività a stimoli esterni dipende dal soggetto individuale.

 

Da sempre l’essere umano si è interrogato sul funzionamento della mente, indagando sulle diverse aree del cervello che vengono attivate quando si prendono decisioni.

Difatti, sin dai primi studi sul campo, si è scoperto come le emozioni sono parte fondamentale nel processo decisionale dell’uomo ma recentemente, psicologi e neuroscienziati hanno iniziato ad indagare su come anche l’attenzione può avere un effetto sulle decisioni e sulle emozioni e viceversa.

Così analizzando insieme gli studi condotti negli ultimi anni potremo capire come riuscire a catturare l’attenzione del proprio pubblico e sfruttarla a proprio vantaggio.

Cosa sono le emozioni?

La risposta a questa domanda ci viene fornita da Paul Ekman, uno psicologo americano, professore dell’Università della California e pioniere nello studio delle emozioni e della loro relazione con le espressioni facciali.

Secondo P. Ekman: “Le emozioni sono un processo, un particolare tipo di valutazione automatica influenzata dal nostro passato evolutivo e personale, in cui percepiamo che qualcosa di importante per il nostro benessere si sta verificando, e un insieme di cambiamenti psicologici e comportamenti emotivi inizia ad affrontare la situazione”.

Che cosa significa questo?

Le emozioni sono importanti per la vita dell’uomo, infatti, fin dall’uomo primitivo hanno giocato un ruolo evoluzionistico. Ovvero, le emozioni hanno guidato l’uomo alla sopravvivenza aiutandolo nel prendere decisioni essenziali.

Per questo motivo Ekman descrive le emozioni come qualcosa che noi esseri umani usiamo per valutare ciò che facciamo. Ogni volta che dobbiamo prendere una decisione, ci basiamo su una valutazione passata e totalmente personale per affrontare una nuova situazione.

Inoltre, tutto il processo emotivo avviene inconsciamente a causa di stimoli esterni, per questo come dice Herbert Simon è impossibile prendere decisioni libere dal bias emotivo.

Come tutto questo influenza la nostra attenzione? Per capirlo, diamo prima una definizione.

Cos’è l’attenzione?

“L’attenzione è la presa di possesso da parte della mente, in forma chiara e vivida, di uno di quelli che possono sembrare diversi oggetti o treni di pensiero possibili, simultaneamente. Ciò implica il ritiro da alcune azioni o pensieri per poterne affrontare efficacemente altri”. Questa è la definizione tratta dal libro “I principi della psicologia” dello psicologo William James.

Questa definizione ci dice chiaramente che l’essere umano viene distratto molto facilmente quando si presentano stimoli esterni e che la mente comincerà a concentrarsi su un compito diverso rispetto a quello principale ripetendo questo ciclo all’infinito.

A tal proposito ci sono studi sulla correlazione tra attenzione ed emozioni.

Alcuni studi sulla correlazione tra attenzione ed emozioni

Tutt’oggi non è ancora del tutto chiaro se attenzione ed emozioni sono collegate tra di loro, anche se esistono diversi studi su cui si può basare la loro correlazione, ma dobbiamo partire da un presupposto.

L’attenzione e le emozioni variano a seconda della persona e la relazione tra queste diventa flessibile; non solo a seconda della persona stessa, ma anche in base ad alcuni fattori i quali, molti, ancora sconosciuti.

Uno dei primi studi (Lavie, 1995) suggerisce come la percezione emotiva è automatica o che dipende dall’attenzione. Ovvero, quando il livello attentivo è basso, la mente umana diventa vulnerabile a stimoli emotivi esterni.

Tuttavia, all’aumentare dell’impegno del compito che la persona sta svolgendo, la mente ha bisogno di più risorse per svolgerlo. Per questo motivo saranno dedicate meno risorse a stimoli esterni fino ad eliminare la percezione emotiva. 

Questo spiega molti dei risultati ottenuti dai test eseguiti per la ricerca anche se alcuni non confermano quello che è stato spiegato fino ad ora.Un esempio è il caso dello studio Muller et al., 2008 dove ai soggetti venivano mostrate, sullo sfondo, delle foto irrilevanti ma eccitanti mentre questi eseguivano una task difficile che richiedeva molte risorse mentali. Durante lo svolgimento del compito, l’attenzione dei soggetti analizzati è passata alle immagini emotive che si trovavano sullo sfondo dimostrando che l’attivazione emotiva non dipende solo dall’attenzione.

Il risultato attentivo-emotivo

Da un lato abbiamo le emozioni che hanno una loro priorità e sono automatiche, mentre d’altra parte si afferma che l’emozione dipenda dall’attenzione. Anche se è solo spiegato dal concetto di “impegno per un determinato task”.

Attualmente non possiamo che basarci su quello che sappiamo, ovvero l’emozioni dell’uomo dipendono dalla sua attenzione. Questa cambia a seconda del soggetto come dimostra lo studio (Bishop et al., 2004) sulla letteratura sull’ansia, che ha rilevato come i soggetti più ansiosi hanno una maggiore interferenza agli stimoli.

Per questa ragione diventa di fondamentale importanza aumentare l’attenzione del proprio pubblico, che normalmente è diverso per ogni tipo di campagna. Come si può però aumentare l’attenzione del proprio pubblico? E soprattutto capire se quel tipo di pubblico è quello più adatto al nostro contenuto o viceversa?

In questo caso occorre migliorare le proprie strategie considerando dati e strumenti più avanzati. In merito a ciò, potete leggere un documento che approfondisce il tema attentivo e offre degli strumenti su come è possibile misurare l’attenzione.

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